Il drone Usa Reaper abbattuto da un caccia russo sul Mar Nero non è stato recuperato. Lo ha riportato un portavoce del comando Usa in Europa. Tuttavia la Casa Bianca ha fatto sapere di avere adottato le misure necessarie per evitare che il drone «finisca nelle mani sbagliate». Lo ha riferito il coordinatore del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby, alla Cnn.
Un caccia Sukhoi Su-27
Secondo alcune fonti, il drone si sarebbe autodistrutto, ma una nave russa sarebbe riuscita a recuperare alcune parti del velivolo caduto in mare. Il caccia russo SU-27 invece avrebbe invece riportato danni allo scafo dopo l’incontro con il drone, ma sarebbe riuscito ad atterrare in sicurezza in una base aerea in Crimea.
La Casa Bianca, il drone e la posizione
«Senza entrare troppo nei dettagli, quello che posso dire è che abbiamo adottato misure per proteggere le nostre azioni rispetto a quel particolare drone. Ed è proprietà degli Stati Uniti. Ovviamente non vogliamo vedere nessuno metterci le mani sopra al di là di noi», ha spiegato Kirby.
Sulla posizione del velivolo che volava a trasponder spento, Russia e Usa hanno fornito versioni discordanti. Mosca ha accusato il Pentagono di aver fatto volare il drone verso il confine russo. Alla domanda se il drone fosse diretto verso la Crimea, il portavoce della Difesa Usa ha risposto che si trovava in uno spazio internazionale sopra acque internazionali.
Il drone sarebbe finito a qualche decina di chilometri dalla costa della penisola di Crimea, forse a 60 km a Sud-Ovest di Sebastopoli.
«Consideriamo questo incidente come una provocazione», ha detto l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov. «Avevamo avvertito di non entrare, di non penetrare» in quello spario aereo «identificato come zona per operazioni militari speciali», ha aggiunto Antonov dopo un incontro al Dipartimento di Stato americano a Washington con Karen Donfried, vicesegretario di Stato per gli affari europei ed eurasiatici.
Il drone Reaper
Le operazioni sul Mar Nero
I droni militari americani compiono da tempo operazioni di routine sul Mar Nero. L’MQ-9 Reaper è un drone pilotato in remoto, con un raggio d’azione di 1800 chilometri e dal costo di 56 milioni di dollari. Una volta finito in acqua, non è stato recuperato e il Pentagono ha confermato in serata che i resti del velivolo sono ancora in mare e ha escluso che li avessero potuti prendere i russi.
Dal punto di vista dell’armamento il Reaper, lungo 11 metri con 20 di apertura alare, può trasportare 1.700 kg: 2 bombe GBU-12 o 2 JDAM, 8 missili AGM-114 Hellfire, 12 missili Hellfire. Tuttavia il portavoce del Pentagono Patrick Ryder ha rifiutato di rivelare se il drone americano che si è schiantato nel Mar Nero trasportasse armi: “Non intendo entrare nei dettagli delle caratteristiche di questo velivolo”, ha detto Ryder, rispondendo a una domanda correlata.
L’articolo Drone non recuperato. La Casa Bianca: “Nostro, adottate misure perché non finisca in mani sbagliate” proviene da MetroNews.