Meloni al congresso Cgil: “il confronto è necessario e utile”. “La riforma fiscale si concentra sui più fragili. Doverosa l’abolizione del reddito di cittadinanza”
«L’Italia è l’unico Paese con i salari più bassi del 1990. Dobbiamo intervenire». Giorgia Meloni entra subito nel vivo dei temi cari alla Cgil nel suo intervento al congresso nazionale. La premier dà ragione al segretario nazionale Landini, sottolineando che il tema è quanto mai urgente. «Partiamo da un dato e cioè che l’Italia fa registrate un tasso di disoccupazione del 58,2%, un gap che continua ad aumentare. La situazione peggiora se si considera quella femminile che registra 14 punti in meno. I salari sono bloccati da 30 anni – ha proseguito – dato scioccante perché l’Italia ha salari più bassi di prima del ’90 quando non c’erano ancora i telefonini. In Germania e Francia sono saliti anche del 30%. Significa che le soluzioni individuate sinora non sono andate bene e che bisogna immaginare una strada nuova che è quella di puntare tutto sulla crescita economica».
La Meloni dice però no al salario minimo, ma sì all’estensione della contrattazione collettiva. E’ questa la soluzione che ha indicato per affrontare anche la questione dei salari bassi.
A invitarla, non senza polemiche, è stato proprio Landini che alle critiche ha risposto di averlo fatto “perché è il momento delle risposte ai bisogni delle persone, che per vivere devono lavorare e perché rivendichiamo che le riforme devono essere condivise e fatte con il mondo del lavoro e non contro o sulle spalle del mondo del lavoro”. La Meloni ha aperto il suo intervento proprio rispondendo a questo. «C’è chi ha scritto che non avrei partecipato oggi per paura di essere sfischiata. Signori, io vengo fischiata da quando avevo 16 anni. Non mi sottraggo a un contesto sapendo che è un contesto difficile. Non mi spaventa. Non ho voluto rinunciare a questo appuntamento in segno di rispetto del sindacato»
Per protestare contro la presenza della premier, soprattutto dopo l’ok del Cdm alla delega fiscale contestata dal sindacto, stamattina davanti all’ingresso del Palacongressi di Rimini si è formato un presidio di un gruppo di minoranza interna alla Cgil con striscioni e peluche.
E la Meloni non poteva non difendere quanto fatto ieri dal Governo. «Per far crescere l’occupazione bisogna far ripartire l’economia, liberare le energie migliori dell’Italia. È la base della riforma fiscale che il Cdm ha approvato ieri con un legge delega, frettolosamente bocciata da alcuni – ha detto. – Lavoriamo per consegnare agli italiani una riforma complessiva che riformi l’efficienza della struttura delle imposte, riduca il carico fiscale e contrasti l’evasione fiscale, che semplifichi gli adempimenti e crei un rapporto di fiducia fra Stato e contribuente. Vogliamo usare la leva fiscale come strumento di crescita economica, una riforma che guarda con molta attenzione al lavoro, con interventi sui redditi medio bassi e novità per i dipendenti».
Secondo la premier la ricchezza la creano le aziende con i loro lavoratori. Lo stato deve creare regole giuste e redistribuire. Mettere aziende e lavoratori nelle condizioni di creare ricchezza che si riverbererà su tutti. La riforma fiscale “si concentra sui più fragili, sul ceto medio“.
La Meloni è tornata a parlare anche del reddito di cittadinanza, abolito suscitando non poche polemiche. «Il reddito di cittadinanza ha fallito gli obiettivi per cui era nato perché a monte c’è un errore: mettere nello stesso calderone chi poteva lavorare e chi non poteva lavorare, mettendo insieme politiche sociali e politiche attive del lavoro».
«Non ci devono essere lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Chi merita la delega sindacale e chi no. Uno dei grandi temi – ha proseguito – sui quali possiamo provare a lavorare insieme è un sistema di ammortizzatori sociali universale che tuteli allo stesso modo chi perde il lavoro, sia esso un lavoratore autonomo, dipendente, o cosiddetto atipico. Dare a tutti le migliori garanzie possibili ma che siano le stesse. Garantire gli stessi diritti. Non garantire una cittadella di garantiti».
La premier ha sottolineato che il confronto proseguirà, non finirà di certo qui.
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L’articolo Meloni al congresso della Cgil: “no al salario minimo. Ridurre il carico fiscale” proviene da Business24 La TV del Lavoro.