Nel 2022 sono stati investiti 23,7 miliardi di euro in 848 operazioni, il 61% in più rispetto al 2021
Gli investimenti attraverso il private capital sono cresciuti nel 2022, in controtendenza con il trend globale, e ad aumentare in particolare sono gli investimenti che derivano da operatori internazionali.
Sono questi i dati che sono emersi durante il convegno annuale di Aifi a Milano. Nel 2022 sono stati investiti 23,7 miliardi di euro in 848 operazioni, il 61% in più rispetto al 2021, con 15 miliardi derivati da operatori internazionali. Nello scorso anno sono stati raccolti 5,9 miliardi di euro, in crescita del 3% rispetto all’anno precedente.
“Si legge che la globalizzazione è finita, che dobbiamo riportare gli investimenti a casa. In realtà è vero, ma fino a un certo punto” ha dichiarato il presidente di Aifi, Innocenzo Cipolletta, aggiungendo che “in realtà i processi di internazionalizzazione restano fondamentali per il nostro mercato”.
In Italia il peso degli operatori internazionali sull’ammontare è sempre più grande tant’è che nell’arco di tempo 2021-2022 hanno investito 27 miliardi nelle imprese italiane su un totale di 57 miliardi impegnati nell’arco di dieci anni. “Il private capital è fondamentale per la crescita del Paese e ha ampi margini di sviluppo. Per questo è necessario potenziare la raccolta di capitali. L’Italia deve attrarre capitali esteri per aiutare le imprese italiane anche a essere più attive all’estero” ha sottolineato Anna Gervasoni, direttrice generale Aifi.
“Questo è un settore che sta crescendo in maniera molto interessante e cui la Banca d’Italia sta dedicando tanta attenzione. In tutto ciò, però, emerge l’urgenza di stimolare la crescita del settore con iniziative sia di perimetro nazionale sia europeo, occorre aumentare l’appeal e la capacità di questi fondi di catalizzare gli investimenti dei soggetti istituzionali e anche delle famiglie” ha, invece, sottolineato Alessandra Perrazzelli, vice direttrice generale Bankitalia e che nell’ambito del meccanismo di vigilanza unico europeo (SSM) rappresenta la Banca d’Italia nel Supervisory Board dell’SSM.
(foto IMAGOECONOMICA)
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