Il governo guidato dalla premier Elisabeth Borne affronta oggi due mozioni di sfiducia. Una mossa arrivata dalle opposizioni dopo la decisione del presidente Emmanuel Macron di far andare avanti la contestatissima riforma delle pensioni senza passare dal voto del Parlamento e quindi attivare il meccanismo previsto dall’articolo 49.3 della Costituzione. Oggi è il giorno decisivo: l’Assemblée Nationale voterà sulle due mozioni di “censura” presentate dal Rassemblement National di Marine Le Pen e dai centristi indipendenti del Liot. E’ quest’ultima che raccoglierà il massimo dei voti bipartisan, dall’estrema destra fino all’estrema sinistra. E il faro resta puntato sui Républicains ancora indecisi e sui 15-20 voti che mancano per far cadere il governo di Elisabeth Borne. Stamattina altri due della destra moderata, Aurélien Pradé e Maxime Minot, hanno annunciato che voteranno la sfiducia.
Poco prima del voto, la premier Borne ha invitato diversi ministri per un pranzo di lavoro a Palazzo Matignon, equivalente parigino di Palazzo Chigi. Il pranzo, precisa un consigliere dell’esecutivo, aveva l’obiettivo di mostrare che i ministri “sostengono” la capa del governo in questa prova. Intervistato questa mattina da France Info, il ministro dei Trasporti, Clément Beaune, ha detto che nonostante la protesta sociale che infuria nel Paese, Borne “può e deve restare al suo posto. E’ una donna, una responsabile politica, di cui abbiamo bisogno nei prossimi mesi alla guida del governo della Francia”.
Stando ai conteggi pre-seduta, mancherebbero sempre fra i 10 e i 15 voti ma tutto resta possibile in una situazione in cui due terzi dei francesi si dicono contrariati dal governo. Ieri sera Emmanuel Macron, che in caso di sfiducia e caduta del governo scioglierà le camere, ha scritto una lettera in cui auspica che la riforma possa arrivare “in fondo al suo percorso democratico”. Le opposizioni sono pronte a tutto: Marine Le Pen ha promesso a tutti i Républicains che, se voteranno la sfiducia, in caso di scioglimento delle camere e nuove elezioni non presenterà candidati concorrenti nelle loro circoscrizioni. All’estrema sinistra, i sindacati e Jean-Luc Mélenchon ribadiscono che la mobilitazione continuerà in ogni caso, anche se il governo non cadrà questo pomeriggio.
Le proteste vanno avanti da settimane. Numerose stazioni di servizio del sud-est della Francia sono attualmente colpite dalla penuria del carburante. Secondo dati consultati dalla France Presse, la situazione nel resto del Paese sembra invece globalmente stabile. Oggi, alle 10:30 del mattino, circa l’8% delle stazioni di servizio del Paese erano a corto di benzina o gasolio. Numerosi dipartimenti vivono una situazione più preoccupante dovuta, secondo un sindacato di categoria, ad una sorta di effetto “panico” legato all’appello di diversi leader sindacali a fare il pieno di benzina. Nel dipartimento di Bouches-du-Rhone, non lontano dall’Italia, la penuria riguarda il 50% delle stazioni di servizio. Percentuale a due cifre anche nei vicini dipartimenti del Gard (40,9%), Vaucluse (33,33%), Var (23,24%) e Alpes-de-Haute-Provence (22,22%).
L’articolo Riforma delle pensioni in Francia, due mozioni di sfiducia per il governo Macron: oggi il voto dell’Assemblea Nazionale proviene da Il Fatto Quotidiano.